Festa del Letto Santo

evento_3Chiesa parrocchiale dedicata al culto della S.S.Croce di Cristo. Complesso ecclesiale sede del Monastero di S.Stefano di probabile origine normanna (XI-XII secolo circa), già dipendenza dell’Abazia benedettina della S.S.Trinità di Mileto e dal 1454 dell’Abazia di Sant’Anastasia in Castelbuono.
Dal Santuario si domina un’ampia fascia della costa tirrenica e i boschi del Parco dei Nebrodi; dal piazzale antistante sono visibili sia la Rocca di Cefalù che Capo d’Orlando, inoltre si possono vedere direttamente gli abitati di Caronia, S.Fratello, Mistretta, Reitano, Motta d’Affermo, Tusa e Pollina, nonché l’abitato di S.Stefano di Camastra e gran parte del suo territorio. Il complesso odierno, la cui risistemazione risale al XIX secolo è costituito da una chiesa ad una sola navata con annessa canonica e locali che in origine dovevano essere d’uso conventuale. Nella sacrestia è conservata un’interessante raccolta di icone ex voto, riferite ad un periodo compreso tra la seconda metà dell’800 e i nostri giorni.

Il Santuario è fruibile tutti i giorni, ed in particolare dalla metà di agosto alla metà di settembre, periodo che precede la festa religiosa della seconda domenica di settembre, durante il quale il titolare della parrocchia di S.Stefano si trasferisce presso il Santuario. Ubicato sul monte S.Croce, mt 874 s.l.m., è raggiungibile utilizzando la strada provinciale S.Stefano-Serro Capizzi con deviazione in corrispondenza del bivio Portella Calcari, a 12 km da S.Stefano.

Cosa Visitare

Palazzo TrabiaChi entra a S. Stefano, provenendo in auto da Messina, rimane stupito dal Muro di Federico o Muro della Storia, un susseguirsi di immagini e silhouettes ispirate alla conquista normanna della Sicilia ed in particolare alla storia di Federico II, narrata con linguaggio semplice e vivo. Tappa obbligatoria per una visita della città è Palazzo Trabia, sorto all’inizio del ‘700 sulle fondamenta di un antico Castello. I suoi spledidi pavimenti, gli affreschi, le antiche vestigia, fanno da contorno al Museo Pemanente della Ceramica, ospitato al suo interno. Il museo raccoglie manufatti della tradizione ceramica stefanese: oggetti d’uso, monocromi o bicromi, giare per olive, recipienti per il formaggio, lumiere, boccali, lavamani, recipienti per la salatura delle acciughe. Una sezione è dedicata alle mattonelle maiolicate (la cui fiorente produzione ebbe risalto già dal sec. XVIII) riccamente decorate a motivi geometrici o naturalistici. Da segnalare anche la raccolta di opere di artisti contemporanei che si avvalgono della tecnica della ceramica come mezzo espressivo. Il Palazzo Armao, è invece caratterizzato per la facciata decorata con elemeni in maiolica, e per gli affreschi nei locali interni. Il Cimitero Vecchio o Della Ceramica, a monte del centro abitato, è un unicum al mondo; tra le cime dei cipressi appaiono circa 90 sepolture di dimensioni e tipologie diverse, accomunate dalle decorazioni e finiture in ceramica. Appena fuori città, il Santuario Letto Santo dedicato alla Santa Croce, poeticamente chiamata apputno “Letto Santo”, sorto sulle rovine di un fortilizio Normanno.

L’Arte della Ceramica

Santo Stefano di Camastra, il maggiore centro produttivo di ceramica della Sicilia occidentale, fa risalire la sua tradizione al ‘400. Le sue botteghe artigiane, determinanti nello sviluppo culturale ed economico del paese, vantano un ricchissimo repertorio di forme figure e colori, nella produzione di fioriere, piatti, brocche, vasi, mattonelle con le tradizionali decorazioni policrome. Caratteristica costante della ceramica stefanese, varie nelle sue forme e nelle sue ispirazioni, è l’origine rustica che si accompagna alla brillantezza degli smalti e al gusto pittorico della decorazione.

I colori essenziali di queste maioliche sono il verde ramina, il giallo arancione, il blu cobalto, il rosso e il bruno manganese che, pur attenendosi alle geometrie tipiche dello stile Luigi XIV, mantengono l’elemento rustico del gusto siciliano. Il successo e il pregio della ceramica di Santo Stefano di Camastra e della città ceramica sta nel fatto che da qui non vengono esportati soltanto i prodotti, ma sicuramente assieme ad essi, anche la cultura che li ha generati, il loro processo lavorativo, l’entusiasmo con cui sono concepiti e realizzati.